mercoledì 17 giugno 2009

Ancora su FB

Ho tra le mani il n°199 di Focus, rivista di cui sono appassionata lettrice da molti anni. In copertina: "Il mondo di FACEBOOK. Che si cerca, chi si trova, che si rischia: galateo e studi". A pagina 52-53 l'identikit degli utenti tipici (secondo uno studio di Best Reletions, Spagna, 2009). Ne riporto alcuni:
Narcisisti: Vogliono mettersi in mostra valorizzando le proprie doti (soprattutto fisiche) in cerca di continue conferme dagli altri.
Seduttori: Il loro obiettivo è trovare, tramite la Rete, relazioni affettive o sessuali su misura dei propri gusti.
Guardoni: il loro prfilo è ridotto: l'iscrizione al social network è solo un alibi per poter sbirciare le foto e i profili degli altri.
Ma ci sono anche i Reporter, i Viaggiatori, i Diffidenti, gli Artisti, i Ricercatori, i Famosi.
Mah...
Gli amanti di FB sostengono che permette di coltivare amicizie, entrare in contatto con persone lontane, perse di vista da tanto tempo. Facilitano le amicizie, sì, ma si litiga anche più facilmente ed in maniera violenta. Protetti dal monitor si ha più coraggio, ma anche un pubblico più vasto e si dicono cose che mai si direbbero dal vivo.
Ma i social network hanno potenzialità insospettabili: servono ai medici per avere informazioni sull'effetto dei farmaci e per mettere a punto nuove terapie, studiando ciò che dicono i pazienti.
Alcuni segnalano le vie senza barriere architettoniche (twitter.com/accesscity).
Ma ci sono anche storie che ti fanno chiedere fino a che punto possa arrivare la stupidità umana.
Una donna australiana lo scorso anno iscrisse su Facebook il bambino che aveva in grembo, con una ecografia al posto della foto.
Secondo Sherry Turkle, sociologa del Mit di Boston "i nuovi strumenti ci portano a comunicare rapidamente ogni emozione, senza lasciarci il tempo di capirla. Ma le emozioni vanno prima di tutto vissute e comprese, non necessariamente condivise. Comunicando ogni cosa, finiamo per avere bisogno di conferme continue per capire chi siamo e cosa sentiamo".
Per lo psicologo Aric Sigman della Royal Society of Medicine di Londra, il crescente impiego di media elettronici causa una diminuizione dei contatti sociali faccia a faccia e l'isolamento aumenta il rischio di malattia.
C'è una cosa che non si può trasmettere sul Web ed è la felicità. Per diffondersi, questa emozione ha bisogno del contatto diretto. Così funzionano i "neuroni a specchio" che ci fanno immedesimare con lo stato d'animo di una persona solo se la vediamo. Ma questo, conclude l'articolo, non impedirà l'ulteriore crescita delle reti sociali. Su 23andMe.com si può mettere on line il proprio profilo genetico, per trovare eventuali parentele tramite Dna. E, in futuro, per cercare donatori compatibili per trapianti.
Prima o poi anch'io dovrò arrendermi...

3 commenti:

  1. "C'è una cosa che non si può trasmettere sul Web ed è la felicità."
    Questo è il succo d tutto il discorso e sono assolutamente d'accordo con quello che è stato scritto, che in linea di massima è la stessa cosa che ho cercato di spiegare (probabilmente mal riuscendovi!) nel mio assignment 3.

    PS: FOCUS è il meglio!!

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  2. pubblicità occulta. e nemmeno tanto occulta

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  3. Viva Focus, io lo leggo dal 1998, assiduo lettore, dice cose davvero molto interessanti e quasi mai "fantascientifiche" tenendosi molto realistico!

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